Segno positivo per l’occupazione in Italia, aumentano gli occupati ma ancora grave il gap di genere: la maggior parte sono uomini.
I dati Istat di dicembre 2022 registrano un incremento degli occupati in Italia di 334mila unità rispetto allo stesso mese del 2021. Ma questo dato positivo per il lavoro nasconde due problemi, oltre al fatto che la disoccupazione rimane stabile al 7,8% nel nostro paese, e cioè che la maggior parte degli impieghi sono per over 50 e per uomini. Un gap demografico e di genere che non tende ad invertire la tendenza.
Dei 334mila posti di lavoro in più, ovvero +1,5% rispetto a dicembre 2021, 296mila sono occupati da uomini, ovvero l’88%, mentre per le donne soltanto 38mila posti di lavoro in più. A perdere di più sono sempre le donne come già accaduto durante la crisi pandemica e con la crisi energetica conseguita alla guerra in Ucraina. Quando a novembre in Italia si erano persi 27mila occupati, la fascia femminile contava 48mila occupate in meno al cospetto dei 21mila uomini occupati in più.
Grave gap di genere e generazionale: posti di lavoro a over 50
Un aspetto positivo però è che tra le donne aumentano le disoccupate e diminuiscono le inattive, ovvero coloro che non lavorano e non cercano lavoro. Un grave gap di genere nel lavoro in Italia. La disoccupazione nel nostro paese però non colpisce soltanto le donne ma anche i giovani, ancor peggio è la fascia di donne giovani. In un anno sono diminuiti gli occupati tra i 25 e i 34 anni di 15mila unità mentre aumenta la fascia dei giovanissimi.
Il lavoro cresce per la fascia tra 35 e 49 anni e tra gli over 50. Uno sbilanciamento verso le fasce più anziane che mostra l’invecchiamento del mercato del lavoro italiano e il grave problema demografico. Nell’ultimo trimestre del 2022 confrontato con quello precedente, mentre il Pil diminuisce dello 0,1% si registra un incremento del numero di occupati pari a 100mila unità.
